“FOTOGRAFARE LETTERALMENTE.
LA SCRITTURA AL SERVIZIO DELLA FOTOGRAFIA”
Saggio. Progetto Piktart, 2021
testo
Simona Guerra;
fotografie Gabriella Sartori
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Cosa c’entra Gianni Rodari con le immagini? E perché scrittori come
George Perec, Dante Alighieri o Salvatore Quasimodo occupano intere
pagine di un saggio sul linguaggio e la struttura della fotografia?
Perché in questo libro la fotografia va a lezione dalla scrittura.
L’obiettivo è capire come la fotografia possa essere potenziata
nella sua capacità comunicativa ed espressiva grazie all’aiuto delle
parole. Dopo il suo saggio “Fotografia Consapevole” del 2016,
l’autrice condivide qui l’esito delle sue ultime ricerche e di otto
anni di esperienze didattiche sulla relazione tra fotografia e
scrittura.
Nel libro vengono affrontati aspetti del “sistema fotografia” spesso
ignorati, che chi scatta dovrebbe conoscere al pari della tecnica,
della composizione e della Storia della fotografia. Un saggio che
analizza la relazione tra l’espressione visiva e quella testuale e
che suggerisce come fare, in pratica, a usare la scrittura per
migliorare la propria produzione fotografica oppure per farla
coesistere con le immagini in modo equilibrato.
Un testo sconsigliato a chi afferma che “…se devo spiegare le mie
fotografie con le parole vuol dire che non funzionano!” o a chi
pensa che il linguaggio della scrittura abbia poco da insegnare ai
fotografi. Il libro rivela infatti come la fotografia e la scrittura
possano essere armonizzabili l’una con l’altra e diventare complici,
potenziando una comunicazione, pur mantenendo le proprie
specificità.
È poi presente una sezione dedicata al fotografo costretto ad usare
le parole: istruzioni e suggerimenti per chi ha bisogno di
orientarsi meglio tra titoli, didascalie, testi introduttivi,
paralleli, curatoriali ed altre tipologie di paratesti.
Approfondimento [
Video ]
“LA
VITA E’ ANCORA AGRA, SIGNOR BIANCIARDI”
Romanzo. Ed. Progetto In-con-tra / Micropress, 2018
testo
Simona Guerra;
fotografie Massimiliano Tursi
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Il furto di idee è un reato? Sì, se si riesce a dimostrarlo.
Ma il problema non nascerebbe se ci fosse più rispetto dei creativi.
Invece al contrario le idee vengono spesso rubate, copiate o
manipolate con disinvoltura da persone senza scrupoli né fantasia.
Ben diverso è prenderne spunto o semplicemente segnalarne i crediti
senza arrogarsi i meriti.
Questa storia racconta di idee rubate, di mancanza di rispetto verso
le attività intellettuali e culturali e del quotidiano di chi -
scelta la fotografia come mestiere - è costretto a una vita
difficile spesso impegnata nella dimostrazione del valore delle
proprie idee o nella difesa delle stesse. Valutando il fatto che
quello culturale ed artistico è in Italia uno dei settori economici
più importanti e allo stesso tempo più penalizzati, questa è una
storia che riguarda molti.
Il libro è anche un dialogo immaginario e un omaggio allo scrittore
Luciano Bianciardi che nel 1962 scrisse il suo romanzo La vita agra,
grande esempio letterario qui celebrato, oltre che nel titolo, nella
storia e attraverso le fotografie.
Un confronto quindi tra passato e presente; una vita ancora agra -
oggi come ieri - in quanto sembra non cambi mai niente. A meno che,
come per primo ipotizzò il protagonista del romanzo di Bianciardi,
non si agisca con un gesto estremo come un attentato…
“IL BAMBINO
DI SCANNO”
Saggio. Ed. PostCart, 2016 racconto e reportage
Simona Guerra;
fotografie e documenti Mario Giacomelli;
postfazione Michele Smargiassi.
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Il libro racconta la storia della nota fotografia “Il bambino di
Scanno”, diventata icona, scattata negli anni ‘50 dal grande
fotografo italiano Mario Giacomelli. L’immagine piena di magia,
capace di incantare chiunque la osservi ancor oggi, è sempre stata
avvolta da un’aura di mistero riguardante la sua storia e le
modalità con cui è stata scattata. A distanza di sessant’anni dalla
sua realizzazione, Simona Guerra, nipote del fotografo, è voluta
tornare sulle tracce del Bambino e ha raccontato il suo viaggio
attorno a questa fotografia, nei luoghi dello scatto, fra la gente e
i vicoli di Scanno. Il libro è corredato da materiali inediti di
grande valore storico: immagini, provini, lettere e documenti
d’archivio per la prima volta visibili al grande pubblico.
“FOTOGRAFIA CONSAPEVOLE.
Scrittura e fotografia si incontrano”
Saggio. Ed. Micropress, 2016 fotografie di
Simona Guerra; Wilson Santinelli
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Il volume si articola in due parti: una prima si muove dentro alla
realtà dei fatti odierni e attraverso esempi concreti provenienti da
vari mondi (editoria, giornalismo e fotogiornalismo, letteratura,
arte, ecc.) mostra come una delle direzioni prese dalla fotografia
oggi, si stia rivelando essere quella della collaborazione attiva
con la parola scritta.
La seconda parte - cuore pulsante e più intimo del libro - è invece
un viaggio fantastico tra fotografia e scrittura, in cui le idee
teorizzate diventano concrete, visibili e reali, attraverso alcune
esperienze pratiche messe in atto dall’autrice durante il suo
percorso di ricerca.
La Fotografia consapevole vuol essere questo: una proposta su
come, fondendo le peculiarità autoanalitiche della fotografia con
quelle di certi generi di scrittura, queste due Arti possano essere
vissute assieme in una dimensione privata, come presa di conoscenza
di sé stessi e del mondo, o anche come principio di un’esperienza
che potrebbe trasformarsi in Arte.
Un libro che rifugge l’idea di insegnare un metodo ma in grado di
stimolare le capacità del lettore, invitandolo a vivere la
fotografia in modo consapevole, cosciente di quale sia il reale
valore delle proprie esperienze artistiche.
Il libro, dal taglio introspettivo e multidisciplinare, è rivolto
anche agli operatori impegnati in ambito didattico o sociale e della
relazione d’aiuto, interessati a nuovi stimoli artistici da adattare
alle proprie attività.
A psicoterapeuti, psicologi ed arteterapeuti che vogliano saperne di
più sulle peculiarità di queste forme artistiche, sempre più spesso
utilizzate in veste di mediatori anche in ambito psicologico.
“CESARE
COLOMBO CON SIMONA GUERRA. LA CAMERA DEL TEMPO”
Ed. Contrasto, 2014 a cura di Simona Guerra
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“Ritorno ancora una volta al trascorrere sempre più veloce degli
anni della mia vita. L’ho dedicata tutta, senza rimpianti, alle
immagini fotografiche”
Cesare Colombo
Fotografo per amore
e per professione, ma anche grafico pubblicitario, giornalista,
critico e polemista. E poi curatore di mostre, docente
universitario, storico... Tanti sono gli aggettivi per definire
Cesare Colombo e il vortice di attività che in questi anni l’ha
tenuto al centro del dibattito fotografico italiano.
Come un sentiero interrotto eppure continuo, fatto di cambiamenti,
brusche frenate, corse in avanti e sguardi al passato, il racconto
di Cesare Colombo testimonia, come scrive Simona Guerra, il percorso
di “un uomo che crede nell’impiego della fotografia come potente
arma sociale e politica del nostro tempo. E ancora molto altro”.
Il volume è
organizzato in decenni, che ripercorrono la vita e il lavoro di
Cesare Colombo dagli anni Cinquanta del Novecento agli anni Duemila.
Ogni capitolo corrisponde ad un decennio ed è diviso in tre sezioni:
Diario, Sguardi e Pre-testi. I testi di Diario sono il
risultato di lunghe interviste realizzate da Simona Guerra a Cesare
Colombo. In Sguardi troviamo le sue fotografie e in
Pre-testi c’è una selezione dei suoi scritti più significativi.
“Bianco e oscuro.
Storia di panico e fotografia”
Romanzo. Ed. PostCart, 2012 fotografie di
Giovanni Marrozzini postfazione di Peppe dell'Acqua (dip. di Salute Mentale,
Trieste)
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Può la fotografia essere usata come antidoto alla paura? Alma, la
protagonista di questo romanzo ispirato a una storia vera, crede di
si e in queste pagine ci racconta come la fotografia le abbia
salvato la vita. Una narrazione tutta costruita sulla realtà
interiore e consumata dentro a un singolare archivio fotografico. A
dispetto del tempo e dello spazio, l’esperienza di Alma viaggia
fuori da quelle quattro mura, condivisa con un fotoreporter e
un’attrice teatrale vissuta quasi un secolo prima. “Questo libro è
nato da un’esperienza personale molto forte: quella degli attacchi
di panico. Ne ho sofferto in passato e una volta chiuso il capitolo
ho sentito il bisogno di raccontarlo e condividerlo con i mezzi che
prediligo: scrittura e fotografia. Per la nostra società il panico è
ancora un tabù e significa quasi pazzia: un pregiudizio che è alla
base della difficoltà, per molti, di affrontarlo e risolverlo. Per
me la fotografia è stato un mezzo per combattere la paura e il più
grande stimolo a non lasciarmi andare allo sconforto. Mai.”
“Mario Dondero”
Ed. Bruno Mondadori, 2011 prefazione di
Massimo Raffaeli
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Questo lavoro è dedicato a uno dei più noti fotoreporter
italiani. Nato a Milano nel 1928 e vissuto a lungo a Parigi,
Mario Dondero continua a girare il mondo e a ritrarre gli uomini
e la loro storia, per giornali, riviste e associazioni
umanitarie come Emergency.
“Se non vedessi la fotografia come
documento, come testimonianza possente della storia e dei fatti,
prevarrebbero in me altri interessi. Parlo di interessi sociali,
politici, molto più importanti per me dei fatti estetici. È
dall’importanza della fotografia come strumento di assoluta
testimonianza che nasce il mio impegno come fotografo.” - M.D.
“Mario Giacomelli.
La mia vita intera”
Ed. Bruno Mondadori, 2008 prefazione di
Cesare Colombo
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«Io sono nato piccolo e rimango piccolo, con idee piccole; non
c'è bisogno di essere grandi.» Inaspettatamente, la meravigliosa
novità dello sguardo di questo grande fotografo proviene da un
uomo “arcaico”, che diceva di fotografare i suoi pensieri e di
usare la macchina fotografica come si usa il cucchiaio per
raccogliere dal piatto la minestra. Un uomo che visse sempre a
Senigallia e usò una sola fotocamera (in verità, ne acquistò
un'altra ma la tenne nell'armadio, perché non voleva che la
prima «se ne accorgesse)». A settantacinque anni, nel corso di
una lunga conversazione, ricapitolò la sua vita e la sua
esperienza di fotografo. Mario Giacomelli: questo libro ci dà
l'emozione d'incontrarlo.
“Parlami di lui.
Le voci di Scianna, Berengo Gardin, Ferroni, Camisa, Colombo,
Branzi, Manfroi, de Biasi, Permunian, Biagetti su Mario
Giacomelli”
Ed. Mediateca delle Marche, 2007
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Le voci di alcuni tra i maggiori protagonisti di una fortunata
stagione fotografica italiana, raccontano del loro incontro e
della loro amicizia con Mario Giacomelli. A ognuno è stato chiesto di affrontare un particolare aspetto
legato alla figura del fotografo marchigiano, in modo da avere
nuovi spunti, nuovi stimoli verso una ricerca legata alla
produzione di questo autore che ha rappresentato - e rappresenta
ancora - una delle personalità più forti e prorompenti che la
storia della fotografia italiana abbia prodotto dal dopoguerra a
oggi.
Altri testi significativi
sono presenti, fra gli altri, nei volumi:
-
“In rosso”
Fotografie di Umberto Mancini
Ed. Cromasia, 2012.
-
“L'immagine di sé.
Il ritratto fotografico tra '800 e '900”
Ed. Lanterna Magica, 2010.
-
“G. Baviera,
fotografo in Fano. Dentro e oltre la camera oscura”
Ed. Università dei Saperi, 2012. Autori vari.
-
“Luigi Ghirri /
Mario Giacomelli. Paesaggi”
Silvana editoriale, 2010
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